La teoria svedese dell’amore
Un uomo muore in casa. Il mondo fuori da quel piccolo appartamento ne verrà a conoscenza qualche settimana dopo, grazie al fetore della decomposizione delle sue carni. E’ una delle immagini forti che potrete vedere in questo film / documentario del 2015 dal titolo “La teoria svedese dell’amore”. Una società di individui, questo era l’obiettivo del manifesto politico pubblicato in Svezia negli anni 70, liberare ogni persona dalla necessità dell’altro, le donne dagli uomini, i genitori dai figli ed i figli dai genitori. L’indipendenza, e dunque il teorizzato benessere, era il nirvana da raggiungere.
Il regista Erik Gandini mette in luce i corto circuiti di una società di fatto disumanizzata e infelice. La freddezza della procreazione slegata dal sentimento e dalla sessualità, l’indifferenza della dipartita finale sempre più spesso non reclamata da nessun familiare. Si perché non c’è famiglia nella società svedese, una società che, in modo abbastanza rapido, viene costruita e rafforzata sulla via dei bisogni dei singoli a dispetto di una qualsiasi forma di comunità. Ecco dunque che l’edilizia si concentra su piccoli appartamenti, una sorta di alveari dove chiudersi e costruirsi il proprio mondo.
In tutto questo c’è chi prova a ribellarsi, a riappropriarsi del bello, a recuperare la propria umanità. Chi sceglie di farlo in Africa, chi tornando a contatto con la natura per vivere un’esperienza estrema (forse troppo). Tutti consapevoli di un’unica verità. La felicità è condivisione, nessun uomo è un’isola.
LINK
Documentario sottotitolato in italiano
https://vimeo.com/244529715
Message in a bottle, canzone dei The Police il cui testo parla proprio della necessità di interconnessioni, nessun uomo è un’isola
The Police – Message in a bottle
"Bellissimo articolo."
Veronica - L’importanza dell’onestà intellettuale -"giusto"
Virginio Caparvi - L’importanza dell’onestà intellettuale -"Essere ligi quando le leggi sono a nostro favore è facile. Esserlo quando sono contro di noi è un'altra storia. In nessuno dei due casi, comunque, possiamo giudicare l'onestà intellettuale di una persona. Bisognerebbe poter indagare le motivazioni interiori alla base dei comportamenti di una persona. Le leggi cambiano a seconda del periodo storico: chi è stato onesto ieri potrebbe apparire disonesto oggi. Val anche il contrario, naturalmente. Chi possiede una coscienza individuale molto forte non si sente in colpa quando infrange una legge deleteria (pensiamo a Gandhi), mentre potrebbe sentirsi cattivo essendo obbligato a rispettare una norma che danneggia anche solo in parte qualcun altro o la società nel suo insieme... Saluti"
Luca - L’importanza dell’onestà intellettuale -